La caffettiera napoletana


La caffettiera napoletana è uno dei tanti simboli della città che sta lentamente scomparendo dalle case dei napoletani sostituita dalla più pratica e veloce caffettiera moka oppure dalle eleganti macchine per l’espresso dal costo sempre più abbordabile.
L’uso della cosidetta “macchinetta” napoletana non è affatto complesso, basta fare soltanto un pò di pratica all’inizio. Il gusto invece è decisamente diverso da quello di un espresso o di un caffè preparato con la moka e trattando di gusti si entra nell’ambito dello strettamente soggettivo e quindi, astenendomi da ogni commento, lascio ad ognuno il proprio giudizio.
Come sensazione personale posso dire però che si ottiene un caffè da un gusto che definirei più “rotondo” e leggermento più “lungo” rispetto alla moka, meno aromatico dell’espresso, ma più complesso... difficile spiegare un gusto a parole, la cosa migliore è provare, poi riprovare più volte per fare esperienza nell’uso ed infine tirare le proprie conclusioni.Dove invece è possibile fare un confronto immediato è nei tempi di preparazione. Decisamente la caffettiera napoletana è quella che richiede il maggior impegno di tempo e la maggiore dedizione; ma in realtà non stiamo più parlando di un metodo di preparazione, ma quanto di un rito immortalato perfino dal grande Eduardo.
Ecco come Eduardo de Filippo, nella sua commedia Questi Fantasmi, scritta nel 1945, ci descrive la preparazione del caffè con la caffettiera napoletana:
«Sul becco io ci metto questo "coppitiello" di carta ... il fumo denso del primo caffè che scorre, che è poi il più carico non si disperde. Come pure ... prima di colare l'acqua, che bisogna farla bollire per tre quattro minuti, per lo meno, ... nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata, ... in modo che, nel momento della colata, l'acqua in pieno calore già si aromatizza per conto suo.»

Di seguito, due versioni della commedia; la seconda è una chicca, in quanto la scena della napoletana è stata usata come pretesto per uno spot elettorale pro voto alle elezioni del 1948, le prime democratiche del dopoguerra italiano

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Qualche consiglio sull’uso e la preparazione del caffè con la “macchinetta” napoletana:
- Usare un caffè macinato per la napoletana (se si ha nelle vicinanza di casa una torrefazione è possibile chiedergli di macinare il caffè per tale uso specifico o comunque molto fine. Non so se esistano in commercio caffè confezionati “per napoletana”)
- Riempire la caldaia dell’acqua fino a mezzo centimetro sotto al forellino
- Riempire generosamente il filtro del caffé compattando la polvere con un cucchiaino e poi fare sulla superficie un paio di foretti.
- Girare la caffettiera quando dal forellino fuoriescono le prime gocce d’acqua (quando cioè l’acqua comincia a bollire)
- Effettuare la rotazione in un solo colpo secco afferrando la caffettiera per i due manici. Durante tale operazione uscirà uno zampillo d’acqua dal forellino, questo è normale.
- Dopo la rotazione, chiudere il beccuccio col “coppetiello”, cioè un cono di carta di giornale simile a quello dei fruttivendoli, per non far uscire l’aroma del caffè durante la lunga fase di filtraggio (almeno 3-4 minuti). (gb)



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