Agricoltura italiana: volatilità dei prezzi e sempre meno aziende

Volatilità dei prezzi e consistente riduzione delle aziende agricole, le quali per sopravvivere diversificano la loro attività. Ma anche i consumi cambiano la loro composizione a favore di vegetali, carne, bio e prodotti a marchio di origine. Così è cambiata l’agricoltura italiana secondo l’Annuario Inea presentato oggi a Roma. Il testo si basa sui dati 2010 e contiene molti confronti su base decennale anche rispetto all’ultimo censimento Istat.

Principali caratteristiche del settore agricolo

Rispetto al 2010 sono diminuite di oltre il 32 per cento le aziende agricole in Italia che si assestano a 1,6 milioni di unità nel 2010.
Sono soprattutto le ditte individuali ad aver chiuso bottega (-22,5 per cento) anche perché proprio queste rappresentano la gran parte (90 per cento) del totale. Si registra inoltre una forte crescita dell’affitto determinata proprio dalla chiusura di molte aziende di piccole dimensioni.
Offerta sempre più differenziata

L’offerta dell’agricoltura italiana si adegua alla domanda offrendo sempre una più vasta gamma di prodotti. L’Italia continua a detenere il primato comunitario delle DOP e IGP, giunte a quota 229, con una incidenza di quasi il 23 per cento del totale europeo. Analogamente segnali positivi emergono anche dal segmento vino italiano di qualità, che conquista nuovi riconoscimenti: i vini Doc sono 392 di cui 60 Docg.

Regge il bio
L’annuario parla di assestamento del settore biologico che consolida la propria posizione nonostante la congiuntura economica sfavorevole. La superficie coltivata ha superato gli 1,1 milioni di ettari con un incremento del 4 per cento rispetto al 2000. Si tratta soprattutto di cereali, foraggere, prati permanenti e pascoli. Il mercato nazionale viene stimato intorno ai 3 miliardi di euro corrispondenti a circa il 3 per cento dei consumi agroalimentari italiani. Gli italiani acquistano soprattutto prodotti ortofrutticoli, lattiero caseari e per la prima colazione. Propulsivo il ruolo della grande distribuzione, seguita dai gruppi di acquisto e dai farmers market.
Cambiano i consumi, sempre più segmentati

Negli ultimi 10 anni la composizione dei consumi delle famiglie italiane si è letteralmente modificata. Calano gli acquisti di oli e grassi, di pesce e dei lattiero-caseari. I consumatori preferiscono mettere nel carrello della spesa vegetali e carne soprattutto se di pollo. In compenso, nonostante la crisi, aumentano i consumi di prodotti biologici, tipici e a marchio Dop e Igp come degli alimenti funzionali. In generale, dopo la contrazione del 2009, nel 2010 si registra una leggera ripresa.
Per quanto riguarda i canali di acquisto, la grande distribuzione la fa da padrona conquistando nel 2010 il 64 per cento delle vendite pari a un valore di 126 milioni di euro. Diversa la situazione al sud e nelle isole dove il 58,5 per cento della popolazione passa per il dettaglio tradizionale.
Campi di grano intorno a Tarquinia (VT)
Rapporto agricoltura e ambiente

L’Italia è la nazione europea più ricca di biodiversità, ovvero con il più alto numero e densità di specie animali e vegetali. Come evidenzia l’Annuario, alcuni caratteri organizzativi dell’attività agricola italiana hanno influito positivamente sull’alto grado di biodiversità, modellando la struttura del paesaggio, creando habitat di grande valore naturalistico come i sistemi agricoli ad Alto Valore Naturale. Si tratta di sistemi agricoli in cui l’attività primaria è svolta in forma estensica, e che includono elementi non coltivati e vegetazione semi naturale. Ad oggi questi sistemi rappresentano ben 3 milioni di ettari in Italia rappresentando il 25 per cento della SAU nazionale.
di Silvia Biasotto
Fonte Help Consumatori

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