Campagna amica di Coldiretti aiuta il consumatore a ridurre i costi della spesa.


Siamo andati in un mercato rionale della Capitale nella zona di San Giovanni e ci siamo resi conto immediatamente, che neve e gelo non solo hanno causato notevoli disagi ma hanno fatto rincarare anche fino al doppio, al triplo, il costo delle verdure e della frutta. A lamentarsi di ciò sono soprattutto le persone che vanno a fare la spesa e che combattono con i conti per arrivare alla fine del mese. Sull’altro fronte i negozianti affermano che la merce è poca e per questo anche all’ingrosso i prezzi sono lievitati. Per la  Coldiretti, il settore agroalimentare è stato quello più colpito con danni stimati attorno al mezzo miliardo in tutta la filiera partendo dall’agricoltura, dall’industria alimentare, la distribuzione, i trasporti, il dettaglio.


Signor Settimio, lei che vive sui campi è che è uno dei produttori della spesa a Km zero della  Coldiretti, ci racconta come stanno veramente le cose?
La neve, ma soprattutto il gelo, qualche danno l’ha fatto. Le insalate sono bruciate - ci spiega l’agricoltore conosciuto come Mimmo dell’Azienda Angela Savi che si trova alle porte di Roma - Lattughe, insalatine a taglio e cappuccine sono rovinate. Indivie e scarole hanno retto e anche il radicchio. Basta togliere le punte o qualche foglia esterna un po’ bruciata dal freddo. I broccoli, se si adattano certi accorgimenti prima del gelo come mettere una foglia al centro della pianta, non subiscono danni. I carciofi così e così. Se qualche piccolo ritocco sul prezzo c’è stato è per la difficoltà della raccolta, ci si mette sicuramente più tempo e la resa è minore. Ma i danni potrebbero avere ripercussioni anche nella prossima primavera. 



Come mai?
Innanzi tutto ci sono alberi da frutto che avevano iniziato a germogliare e sono stati frenati dalle temperature basse. Molti i rami che si sono spezzati. I terreni poi devono essere arati in questo periodo per la semina delle verdure e così ghiacciati non sarà possibile per un bel po’ di tempo. Ci sarà sicuramente un ritardo sulla produzione a campo libero.



“Un aumento dei prezzi intorno all’8-10% - ci spiega Rolando Manfredini, responsabile di Qualità e sicurezza alimentare della Coldiretti - è giustificato. Non lo è quando una verdura come la lattuga passa da un costo di 1,85 euro a 4 euro al chilo. Il rincaro è superiore al 200 %. Non è accettabile, qui si parla di speculazione.” 



“La nostra iniziativa di “Campagna amica” - prosegue Manfredini - mette a contatto diretto i produttori e i consumatori e ciò abbatte i costi. Attraverso i Farmer’s Market, i mercati dei contadini, o direttamente nelle aziende dei nostri associati o nelle botteghe che stanno nascendo in tutta Italia in cui c’è una vendita organizzata, possiamo garantire un controllo dei prezzi e una genuinità dei prodotti”.



Controllo dei prezzi che attualmente è seguito dal ministero dell’Agricoltura e da quello dello Sviluppo. Il consumatore può avere il polso dei prezzi dei prodotti mandando un sms al 47947 con la richiesta di quanto viene venduto un alimento e poco dopo riceve un messaggio sul prezzo a secondo della zona d’Italia dove risiede. Se gli aumenti sono sproporzionati, eccessivi, il consumatore ha il dovere di denunciare attraverso le associazioni a difesa del consumatore. E mentre i coltivatori di viti gioiscono per le temperature sotto lo zero perché il gelo disinfetta le colture dagli insetti che riescono a svernare e questo fa bene all’uva e al vino, così ha affermato ieri Filippo Antonelli, artefice del Sagrantino di Montefalco durante la manifestazione Life of Wine che si è svolta a Roma, i produttori di olio tremano perché non sanno ancora quali sono i danni provocati sugli ulivi.


“L’ulivo subisce i danni del gelo – spiega il direttore del Consorzio per la tutela e la Valorizzazione dell’Olio a Denominazione di Origine Protetta della Sabina, Arnaldo Peroni - ma resiste a temperature fino ai meno 7 o 8 gradi. Non possiamo fare paragoni con le gelate del 1957 o la nevicata del 1985. Per sapere i danni provocati dal gelo di questi giorni, se e quante piante moriranno, bisognerà aspettare. Per adesso possiamo dire che ci sono state diverse rotture di rami che non hanno retto al peso della neve e del ghiaccio”. E gli alberi da frutto? “Noi abbiamo una grande produzione di mele - ci spiega Amelia dell’Azienda agricola Casale Nibbi, di Amatrice, in provincia di Rieti - Le piante sono ancora totalmente ricoperte dalla neve e solo quando si scioglierà e con l’avvicinarsi della primavera, potremo fare la conta dei danneggiamenti. Intanto, contro il caro prezzi, invitiamo i consumatori a venirsi a cogliere le mele da soli. Se ci aiutano nella raccolta, avranno un prezzo di favore trascorrendo un giorno in mezzo alla natura”. E allora per risparmiare la parola d’ordine è organizzarsi e capire che bisogna andare direttamente dai produttori o diventare noi, “contadini fai da te” trasformando terrazzi e balconi in orti. Non ha dato forse l’esempio per prima, la first lady Michelle Obama? (da Televideo di Paola Scaramozzino)


LA RESISTENZA MASSIMA DELLE PIANTE AL FREDDO (gradi centigradi)

AGRUMI da -3 a -5
ULIVO da -10 a -12
VITE da -16 a -18
CILIEGIO, ALBICOCCO, PESCO da - 18 a - 22
MELO, PERO da -22 a -25



Fonte: Elaborazioni Coldiretti  

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