Terra Futura: Le “Donne in Campo” della Cia incontrano Vandana Shiva


Donne in Campo, l’Associazione al femminile della Confederazione italiana agricoltori (25/27 maggio) ha promosso a Firenze presso la Fortezza da Basso, un convegno sul tema: “Le donne per la biodiversità: innovazione nella tradizione.”

Un vibrante appello per la difesa della biodiversità, un patrimonio che l’uomo sta pericolosamente depauperando, con migliaia di varietà vegetali e specie animali che  stanno scomparendo in Italia e nel Pianeta.

Per questo, le donne imprenditrici della Cia scendono “in campo” e, all’interno della manifestazione “Terra Futura”,  promuovono un incontro dibattito sul questa importante materia, ospitando Vandana Shiva. La biodiversità, secondo le “Donne in Campo” è di vitale importanza per l’uomo, visto che determina la  fonte di cibo, acqua e aria pulite e svolge un’attività di stabilizzazione climatica, veicola l’impollinazione delle specie vegetali selvatiche e coltivate e funge da protezione per le inondazioni. È una garanzia di equilibrio biologico per tutti gli habitat terrestri e quindi di salute per l’uomo.
Il nostro patrimonio genetico animale e vegetale, però, è provato da una selezione esasperata, dall’impatto dell’attività umana e “perde pezzi” sempre più velocemente. Il ritmo di estinzione delle specie è oggi mille volte superiore a quello naturale.
L'Italia è uno dei paesi europei più ricchi di biodiversità sia animale che vegetale e lo stato d’Europa che conta il maggior numero di specie di piante con semi.  Anche la biovarietà italiana però è messa in pericolo da molti fattori.
Le donne giocano un ruolo importante in agricoltura nell’uso e nel mantenimento delle risorse naturali, nella difesa del territorio e, non ultima, nella difesa della biodiversità. 
Molte associate Donne in Campo sono impegnate da anni nella conservazione di semi a rischio scomparsa, nella coltivazione di varietà antiche di frutta e vegetali, nella preservazione di razze animali a rischio estinzione. Questa libera attività si rivela quasi sempre un vantaggio economico e un fattore di competitività che, evitando danni ambientali, aumenta la sicurezza in tempi di cambiamenti climatici.
Riconnettere gli agricoltori alla natura: è questo il proposito dell’iniziativa.
Vandana Shiva
Vandana Shiva ha portato l’esperienza sua e della sua Associazione Navdanya. Navdanya significa “9 semi” (simboleggiando la protezione della diversità biologica e culturale) e anche il “nuovo dono” per le sementi come beni comuni sulla base del diritto di salvare e condividere i semi. Nel contesto odierno di distruzione biologica ed ecologica, infatti, donare semi è un dono di vita una difesa del patrimonio e della continuità. Conservare i semi è conservare la biodiversità, difendere la consapevolezza del loro utilizzo, è preservare cultura!

Shiva ha espresso la sua preoccupazione per la polarizzazone della ricchezza nelle mani di poche persone, per l’imperante privatizzazione delle risorse naturali, a iniziare dall’acqua, per l’esproprio delle terre e il crescere dell’instabilità sociale e politica. Si è però anche detta ottimista circa la forte potenzialità delle alleanze nate nel mondo fra gli “esclusi”: «Dobbiamo ritornare a un’economia di vita e non di morte. E la vita nasce sempre dal basso: dall’alto si lanciano solo le bombe».
«Esiste una concezione condivisa di umanità e democrazia, pur nelle diversità che ci contraddistinguono, alla quale dobbiamo tornare: una concezione che vede l’economia intimamente legata al benessere della terra e alla protezione delle persone che la abitano».
Al convegno è intervenuta anche la politologa Susan George, che ha messo l’accento in particolare sulla necessità di usare in maniera appropriata il termine “crescita”: «Dobbiamo definire con esattezza cosa debba crescere e cosa no. Di sicuro abbiamo bisogno di un “green New Deal”, che è un concetto molto più ampio di green economy, e assieme a quella ambientale coinvolge anche la dimensione sociale ed economica della sostenibilità». Nessuno stato può agire indipendentemente dagli altri per realizzare questo nuovo corso, nessuno stato ha risorse efficienti: «Servono programmi ampi a livello europeo, che prevedano importanti investimenti e riportino la finanza sotto controllo con azioni precise: dalla tassazione sulle transazioni finanziarie ai paradisi fiscali». Dopo aver perso negli anni 2007-2008 un’occasione incredibile per riconvertire l’economia in chiave ecologica, ora non possiamo assolutamente perdere anche questo secondo treno: «È fondamentale investire nel green anche per rilanciare l’occupazione, mettendo in campo politiche attive che informino e orientino sulle ampie possibilità occupazionali offerte dei settori verdi».
L’evento, promosso da Fondazione culturale Responsabilità etica per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente, ha voluto mettere al centro della prima giornata la necessità di una “riconversione ecologica dell’economia”.
Per l’occasione è stato allestito per tutta la durata della mostra-convegno (25/27 maggio) uno stand con i prodotti delle imprenditrici Donne in Campo insieme alle donne dell’Associazione Navdanya dove vendere le stoffe realizzate dalle donne del progetto  “Fibre per la libertà”.

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